Nel suo quadro “Invece della mela”, Antonello Blandi si confronta con un mostro sacro dell’arte surrealista: René Magritte e il suo celebre Figlio dell’uomo. Ma invece di replicare, Antonello reinventa. Trasforma l’iconica mela verde che copre il volto dell’uomo con bombetta in un’esplosione policroma di forme e frammenti: fichi d’india surreali dai colori fauve che sembrano danzare sul mare.
Un omaggio che è anche una sfida
Nel dipinto originale di Magritte, la mela cela il volto dell’uomo in un gesto di poetico mistero: ciò che ci è nascosto è spesso ciò che ci attrae di più. Antonello prende questo enigma e lo stravolge con gioia: non una sola mela, ma decine di fichi d’india, ognuno con un colore e una direzione diversa, come se l’identità dell’uomo fosse diventata un caleidoscopio emotivo.
L’uomo resta lì, immobile e in giacca e cravatta, ma intorno a lui tutto è movimento, deformazione, gioia cromatica. È come se l’artista ci dicesse: “L’identità non è mai una sola, è un continuo fiorire di possibilità.”
Dal Surrealismo al Pop-Folk Mediterraneo
Se Magritte gioca sull’ambiguità e sullo spaesamento silenzioso, Blandi invece grida. I colori squillanti, le linee curve delle case in lontananza, il mare blu elettrico e il cielo che sembra vivo trasportano lo spettatore in una realtà parallela, quasi onirica, ma sempre pienamente mediterranea.
La bombetta, la cravatta rossa, l’abito formale sono dettagli che rimandano ancora al Belgio di Magritte. Ma intorno, l’ambiente è totalmente “blandiano”: case sbilenche alla Gaudì, fichi d’india animati e onde piene di movimento sembrano quasi saltare fuori dalla tela.
Un’identità molteplice e fluida
Il vero protagonista del quadro non è tanto l’uomo, quanto ciò che lo copre e lo attraversa. Quelle forme colorate, simili a pale di fico d’India, evocano la natura del sud ma anche l’inconscio più astratto. L’effetto è quello di una maschera che non nasconde, ma svela: una personalità che non è fissa ma in trasformazione.
Nel mondo contemporaneo, dove l’identità è fluida e le certezze si dissolvono, il pittore siciliano sembra suggerire che non c’è un volto unico da difendere, ma infiniti volti da scoprire. E che forse, proprio lì dove Magritte ci lascia nel dubbio, lui ci invita a giocare con l’incertezza.
Magritte nel Sud dei sogni
“Invece della mela” è un quadro che si muove tra citazione e rivoluzione. Antonello Blandi prende un’icona della pittura moderna e la immerge in un universo personale, dove il surrealismo incontra la vitalità popolare del Sud Italia, dove l’enigma diventa festa e la malinconia si dissolve in una risata colorata.
Non c’è nulla da risolvere, nessun volto da svelare: solo da osservare, accogliere e lasciarsi sorprendere. Perché forse, come ci insegna questo quadro, l’arte più grande è proprio quella di reinventarsi sempre, invece della mela.